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lunedì 31 marzo 2014

PREGHIERA DI ABELE

Dicevi di avermi dato la vita
come frutto dolcissimo
del tuo albero prediletto
ed io la ho coltivata con saggezza
percorrendo il sentiero dei giusti
affinché tu fossi fiero di me
e mi avresti ricompensato
dispensandomi i tuoi sorrisi.

Eppure non mi sei stato vicino
mentre la mia anima volava via
sotto i colpi violenti di Caino
e benché con il respiro affannato
ti chiedevo un aiuto disperato
tu non hai ascoltato il mio silenzio
ed io sono morto da solo
lontano dai tuoi occhi onniveggenti.

Ma adesso il dolore mio più grande
è sentire le parole delle persone
che implorano pietà per il mio carnefice
che auspicano per lui la redenzione
come se tutto il male che mi ha fatto
fosse cosa di poco valore
ma la mia vita è tramontata
e nemmeno tu me la potrai ridare.

Come può il tuo cuore vasto
permettere concetti tanto umilianti?
Poiché chi predica il perdono
dimentica ciò che mi è stato negato
ma tu sei complice di tutto questo
ed oggi non ho più fede in te
perché ti ho cercato nel tuo paradiso
e non ti ho trovato mai.

  N° 1003 - 13 marzo 2008

                                                    Il Custode

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