Come la fine
del mondo
il dolore non ebbe ritegno
e le parole e i sospiri
vennero infranti dal silenzio
gli sguardi furono stelle
che cadevano sul pavimento.
Solchi e ferite
sopra le guance
di lacrime che avevano fretta
ed uscivano come neonati
dagli occhi di grembo materno
e crollavano senza più presa
a tingere le labbra ed i seni.
Ed i cuori in
piena tempesta
dal suono di tuono assordante
che picchiava sulle pareti
e cercava quella più fragile
sulla quale potere esplodere
nella maniera più fragorosa.
Rimase
impresso sopra i muri
ogni istante di pura passione
che cosparse l’intera pelle
del profumo d’amore sincero
dei capelli che in modo insolente
non vollero cedere al distacco.
Gatti smarriti
nel buio profondo
e gli artigli dentro le carni
pur di non doversi dividere
ma restare materia in simbiosi
anime destinate a toccarsi
e carezze di mani tremolanti.
Come la fine
del mondo
quando la soglia si chiuse
e le parole e i sospiri
si smarrirono dentro la gola
e nessuno riuscì a sussurrare
che quello non era un addio.
N° 2089 - 18 maggio 2012
Il Custode
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