Questo vuoto
nell’anima
stride ed ora fa male
quanto il pesante silenzio
che trasforma in frastuono
la caduta dagli alberi
delle foglie in autunno.
Eppure, come
la polvere
in bilico nella clessidra
va a riempirne gli anfratti
l’ombra del tuo sorriso
fino a confondere il cuore
a crocifiggere la mente.
La scintilla
di Azimut
persa nel cielo plumbeo
mi perdo sopra ogni nuvola
e rifuggo l’arcobaleno
forse dentro il tuo sguardo
attende l’intero crepuscolo.
Lascio che si
insinui il vento
nel gelo della mia stanza
porterà i tuoi capelli
a posarsi sul mio cuscino
tanto che potrò vederti
e non sembrerà un sogno.
Riapro le mie
cicatrici
da qualche parte c’è il sangue
che scorre simile al fiume
che dondola papiri e ninfee
ecco dove ti avevo trascritto
il mio tributo d’amore!
N° 2338 - 6 dicembre 2012
Il Custode
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