proprio sul cuore
il sangue ribollisce
si mescola al veleno
adesso, il tuo morso
si dimostra letale.
Spruzzi
dall’arteria
verso la mia anima
tu ti sei insinuata
con una tale dolcezza
che non ho più pensato
io ero troppo confuso.
Due forellini
soltanto
ma sufficienti ad impazzire
ed essere tuo schiavo
che crolla pietrificato
tu, sortilegio di Medusa
tu, crudeltà di Circe.
Cerco di
reagire
ma ho perduto il senno
eppure, il tuo morso
pareva un bacio sublime
tanto che io ti imploravo
di non scostare le labbra.
Un sentiero
rosso fiamma
la strada verso l’inferno
e mi attende Caronte
per indicarmi il destino
poiché io sono un dannato
al cospetto dei demoni.
Si spalanca la
voragine
le tenebre sono accoglienti
io non vedo, non sento
è così vuota la morte?
O forse, questo supplizio
è ciò che chiamano amore.
N° 2228 - 9 settembre 2012
Il Custode
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