Adesso l’anima
sanguina
pare infettare il tuo viso
ma tu sei talmente bella
che la tempesta si desta
dopo plana ad accarezzare
i tuoi capelli di antrace.
La luna appare
mansueta
nel suo rifugio notturno
tu vorresti che ti ascoltasse
però il tuo cuore è muto
non è in grado di sovrastare
il clamore delle cicale.
Seduta sopra
l’ultima rupe
accanto ai pensieri migranti
sotto soltanto le lucciole
dentro le fauci del buio
giocano e non sanno nascondersi
ed imprecano nella penombra.
Tu vorresti
abbozzare una lacrima
e sei molto triste, Tristania
come chi vive per caso
e per caso vorrebbe morire
ma mamma falena ti sgrida
con parole di severa dolcezza.
Sopra la tua
gotica veste
una rosa di rubino e smeraldo
le spine crescono e scendono
a cercare fra le tue gambe
gambe di cotone intrecciato
gelide sotto le calze a rete.
Ma tu sei
talmente bella
che lontano, giù all’orizzonte
le onde del mare impetuoso
si rincorrono verso gli scogli
poi diventano frammenti di spuma
che si alza per poterti vedere.
Però la nebbia
è gelosa
e ti vuole soltanto per sé
e scivola come un lenzuolo
dalla volta del cielo stellato
un solo fiocco sulla tua mano
si posa quasi che fosse amore.
E danzano i
pipistrelli
ma sono goffi ed impacciati
che il tuo dolore si attenua
tu accetti il bacio del vento
il sorriso di stelle che litigano
…bentornata alla vita, Tristania!
N° 2473 - 8 aprile 2013
Il Custode
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