Sono arrivato talmente in alto
da pensare di sfiorare il
tuo viso
così ho scordato d’essere in
battaglia
e la mitraglia nemica mi ha
ucciso.
Sono caduto tra le braccia dell’oceano
annegando nel mio sangue e
la vergogna
per aver affidato a te la
mia vita
e scoprire che eri solo una
menzogna.
E tra gli squali che banchettano al mio corpo
ho coltivato ancora una
stupida illusione
di vederti onnipotente tra
le onde
per condurmi verso la tua
redenzione.
Ma mi è rimasto il mio respiro che soccombeva
e gli interminabili istanti
di dolore
tra le fauci che affondavano
le mie carni
per tacitare l’ultimo
battito del mio cuore.
Vorrei non fosse altrettanto stolto
chi mi ha sparato a due
passi dal sole
e che mi abbia ucciso per
restare in vita
e non per aver creduto alle
tue parole.
E mentre muoio mi rimane la rabbia
ed una domanda a cui nessuno
risponderà
dove mai andrà la mia anima
vagante
se l’azzurro tuo regno è
soltanto falsità?
N° 1121 - 12 giugno 2008
Il Custode
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