Terrore per i
sette mari
spettro che percorre l’isola
eppure talmente debole
dinnanzi ai tuoi occhi stupendi
che confessarti il mio amore
pareva costarmi la vita.
Ma possiedi
una tale bellezza
che s’alza oltre il vulcano
e va a toccare le vette
dove posa la candida neve
tu, così vicina alle nuvole
da farmi invidiare il cielo.
Dunque non è
stato il mio odio
a portarti sulla mia nave
che i pirati adoperarono garbo
nel rapirti ai bimbi sperduti
io li avrei squartati con furia
se ti avessero torto un capello.
E quel
presuntuoso di Peter!
Mi corrode dalla gelosia
sebbene non potrebbe mai, egli
fare di te una donna appagata
troppo preso dalla sua immagine
che persino l’ombra gli sfugge.
I tuoi capelli
riflettono il sole
le labbra sono bacche dei boschi
raccontami ancora una favola
mentre ti stringo sul cuore
e ti carezzo con il mio uncino
con la grazia di una farfalla.
Guardami come
chi ama
avrai il mio destino, o Wendy
Regina tra indiani e sirene
che se solo tu mi rifiutassi
io sarei destinato all’oblio
tra le fauci del coccodrillo.
N° 2359 - 27 dicembre 2012
Il Custode
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