Frammenti di
polvere e luce
dove cominciava il suo sogno
e la brezza dell’ultima notte
si fece sospiro bollente
sentiero di fiamma coriacea
dove inciampavano stelle.
Il capo chinato
sul seno
dove il cuore sembrava frastuono
un rifugio di morbida ovatta
il cui calore pareva stordire
e l’uomo non ebbe più scampo
una mosca nella tela del ragno.
<<Misero me!>> Fu il solo pensiero
mentre il suo sguardo implodeva
e quella dolcissima morte
lui la accolse con il sorriso
il sapore di capezzoli eretti
la visione di un viso bellissimo.
Tra scogli di
libido intensa
l’amore scavò un solco profondo
una striscia di rughe e passione
che l’uomo non rammentava
ma aveva conservato con cura
in un sacchetto appeso alla luna.
…E l’aurora fu intransigente
nel reclamare il suo spazio
ma come una madre amorevole
lasciò quel profumo di donna
sospeso tra il sonno e la veglia
ai margini di una nuova magia.
N° 1862 - 2 settembre 2011
Il Custode
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