Forgiata per i
cuori impavidi
sei tra le mie mani, Excalibur
adesso che la roccia è polvere
ed io posso recarti al mio petto
poiché il sortilegio è infranto
la tua lama scintilla al cielo.
Io immagino le
mura di Camelot
ove sarò un buon sovrano
e si inchinano baroni e vescovi
oltre l’altare della cattedrale
grazie al tuo aiuto, Excalibur
alla saggezza del vecchio Merlino
concordano alla mia proclamazione
la plebe festante ed i nobili tutti.
La tua luce
mostra ai miei occhi
perduta e confusa in mezzo alla folla
colei che sarà la mia Regina
e che dividerà con me il privilegio
di governare nella giusta maniera
sin dalla valle e fino alle foreste.
Tu guida,
ordunque, la mia ragione
affinché scelga i cavalieri migliori
che siano degni di entrare al castello
e sedere con me alla tavola rotonda
per pianificare decenni di pace
e prosperità in tutta la contea
infine accrescere il mito di Artù
quale Re rispettato dall’intera Britannia.
N° 2507 - 12 maggio 2013
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento