Trascinami nel
tuo uragano
dentro lo specchio screziato
dei tuoi occhi di antrace
come se fossimo amanti
precipitati per puro caso
ognuno nelle braccia dell’altra
ognuno in balìa del dolore
delle parole carpite alla brezza.
Adesso tu
lanci la pietra
sul pampano che hai disegnato
proprio al centro del cielo
dove mi sfidi a giocare
ma quello è un gioco da femmina
e con garbo reclino l’invito
poiché so che metterai il broncio
un pretesto in più per baciarti.
Io non
comprendo il tuo odio
ma fa parte della tua bellezza
tu, tradita da maschere ipocrite
e da anime fatte di scatole vuote
allora passo in rassegna i sorrisi
in bella mostra sul mio scaffale
sceglierò quello più vero
che spero ti debba piacere.
Tu parli di me
alla tua notte
ed io ti descrivo al mio amore
sei gotica come se il tempo
si fosse fermato in un angolo
tanto che le tue docili labbra
profumano di un medioevo distante
il tuo sguardo racchiude la luna
ed un’infinita pioggia di stelle.
N° 2517 - 22 maggio 2013
Il Custode
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