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martedì 11 marzo 2014

COLPEVOLE

Tu mi eri dinnanzi
imponente nel mio sguardo
ed io non ti vedevo
non ascoltavo il tuo bacio
e sebbene il profumo
che emanavano le tue labbra
mi sembrava fosse buono
io tacitavo il mio cuore
e ti voltavo le spalle
mentre consultavo le stelle
per trovare il cammino
che potesse ricondurmi
ad incontrare la mia libertà.

E tu non riuscivi a capirmi
non concepivi la mia morte
che si arrampicava veloce
dalla mia anima sanguinante
e mi occludeva il respiro
tenendolo serrato con cinismo
sulla punta della mia gola.

E poiché la passione intransigente
che ubriacava la tua razionalità
era talmente vasta e complessa
da calpestare la tua sincerità
tu ti credevi perduta
ed io ammettevo il mio crimine
e supplicavo per me
il massimo della pena
perché sapevo d’essere colpevole
di non sapere più amare.

  N° 1128 - 18 giugno 2008

                                                   Il Custode

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