Contemplo il
tuo corpo
lo sfioro con i miei occhi
frattanto che tu riposi
sopra il tavolo in marmo
e sei talmente bella
che guardarti mi inebria.
Io ho
scheggiato il tuo viso
con i ferri e il pugnale
e come se tu fossi bestia
ti ho marchiata col fuoco
poiché mi credono un santo
però io sono un malato.
Sono un uomo
di fede
nessuno dubita di me
e non mi è stato difficile
accusarti d’essere strega
e dentro queste segrete
sfogare i miei bassi istinti.
La croce col
Cristo appeso
poggia sopra il mio saio
eppure sotto di esso
il mio cuore è malvagio
almeno quanto quel ghigno
che celo sotto il cappuccio.
Ma nella
totale penombra
sembrano quasi danzare
le fiamme dei candelabri
delle torce alle pareti
il tuo sangue è ovunque
le lacrime si sono quietate.
Non mi resta
che attendere
fino al tuo risveglio
e tu avrai nuovi supplizi
nuove grida e dolore
poiché mi credono un santo
però io sono un bastardo.
N° 2176 - 27 luglio 2012
Il Custode
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