Io sono come
pietra
resisto alle intemperie
ma il tuo dolore mi scava
si insinua e crea solchi
così mi riduco in frammenti
che affondano nel tuo pianto.
Fragile quanto
il cristallo
il mio cuore oscilla
proprio sull’orlo del baratro
al principio della pazzia
basterebbe un soffio di vento
e la voragine mi inghiottirebbe.
Ho mani grezze
e taglienti
che poso sulla mia anima
eppure ancora non sanguina
sicché la tua rabbia aumenta
diventa tempesta violenta
diretta alle mie coste.
Io mi credevo
di pietra
più robusta del mio destino
però davanti ai tuoi occhi
mi sento come fossi brace
che brucia e diventa cenere
infine si perde nel cielo.
N° 2381 - 21 gennaio 2013
Il Custode
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