Torna a curare il mio cuore, Isotta
così come facesti un tempo
con le ferite a me inferte
dal sanguinario gigante
Morholt
allorché io lo uccisi
tra le verdi colline
d’Irlanda.
Ed io ti amerò per sempre
fino a gettare tra le onde
la spada sguainata che ho
posto tra noi
per non cedere alla passione
ed abbandonarmi al tuo viso
fatato
e perdermi nei tuoi capelli
di sole.
Convincerò il re di Cornovaglia
che non appartenne mai a te
il biondo capello caduto ai
suoi piedi
scivolato dal becco di una
rondine
quasi come fosse una
premonizione
per cui egli ti volle
regina.
Tu sarai l’amor cortese, Isotta
per il quale supplico Iddio
di veder approdare la tua
nave
alle coste della Bretagna
che rechi issata la vela
bianca
a riprova del tuo ritorno a
me.
Torna a riempire il mio animo, Isotta
ed io diverrò chiunque tu
vuoi
poiché non ho vita che per
te
e se la nave porterà una
vela nera
comprenderò di aver parlato
al vento
e come le banshees mi
lascerò morire.
N° 1042 - 11 aprile 2008
Il Custode
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