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martedì 25 marzo 2014

TRISTANO E ISOTTA

Torna a curare il mio cuore, Isotta
così come facesti un tempo
con le ferite a me inferte
dal sanguinario gigante Morholt
allorché io lo uccisi
tra le verdi colline d’Irlanda.

Ed io ti amerò per sempre
fino a gettare tra le onde
la spada sguainata che ho posto tra noi
per non cedere alla passione
ed abbandonarmi al tuo viso fatato
e perdermi nei tuoi capelli di sole.

Convincerò il re di Cornovaglia
che non appartenne mai a te
il biondo capello caduto ai suoi piedi
scivolato dal becco di una rondine
quasi come fosse una premonizione
per cui egli ti volle regina.

Tu sarai l’amor cortese, Isotta
per il quale supplico Iddio
di veder approdare la tua nave
alle coste della Bretagna
che rechi issata la vela bianca
a riprova del tuo ritorno a me.

Torna a riempire il mio animo, Isotta
ed io diverrò chiunque tu vuoi
poiché non ho vita che per te
e se la nave porterà una vela nera
comprenderò di aver parlato al vento
e come le banshees mi lascerò morire.

  N° 1042 - 11 aprile 2008

                                                  Il Custode

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