Devi venire
con me
dove ho scritto un racconto
che non ti so raccontare
e per dolore e pudore
rinnego e rimuovo dal cuore
siccome t’amo e mi odio
ma credo ancora al tuo viso
che va a trafiggere nuvole
in cerca del mio sorriso.
Ma io ti tendo
la mano
irta di sangue e di spine
che gronda ancora di lacrime
nell’anima ho solo rovine
ma io ti tendo la vita
mentre percorro l’oblio
in bilico sulle mie parole
d’amore o forse d’addio.
Devi venire
con me
dove ho piantato un ricordo
che non è mai germogliato
e per pudore e dolore
col tempo si è cancellato
poiché ti penso e mi adiro
ed impreco alla mia insolenza
mi insinuo sulle tue labbra
seppure senza speranza.
Ed ora, in
balìa della notte
tra stelle ciniche e severe
cammino il filo del vento
oramai rassegnato a cadere
adesso, in balìa dei tuoi occhi
devo soltanto aspettare
in bilico sulle tue parole
d’addio o forse d’amore.
N° 1869 - 2 ottobre 2011
Il Custode
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