Gocce che scendono
e ti rigano il viso
di pioggia sottile
ma sembrano lacrime
e vanno ad infrangersi
contro il mio sguardo
e creano un tormento
che mi folgora l’anima.
Ma io non sopporto
di vederti così
allora ti reco a me
e ti stringo sul mio cuore
e carezzo i tuoi capelli
lievi
con le mie mani
ed il principio delle mie
labbra
ne ascolto il profumo
di oppio e di incenso
che trasporta la mia mente
sulle rive del Gange
nelle antiche abbazie.
Allora comincio a guardarti
e scopro quanto sei bella
con le gocce che scendono
e ti rigano il viso
ma io le raccolgo
sulla punta delle mie dita
affinché ritorni il riflesso
di luce e di gioia
che modella i tuoi occhi.
E mi perdo in te
per scoprire chi sei
e stabilire chi sarai
ed è allora che rammento
che ti amo davvero
e ti amo immensamente.
N° 1240 - 17 settembre 2008
Il Custode
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