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mercoledì 19 marzo 2014

TREGENDA

In questa notte assai cupa
che sembra quasi tregenda
tu corri passi sbadati
che hanno smarrito la meta
inciampano e dunque cadono
sulla tua voglia di vivere.

Hai labbra di rosso rubino
create per baci indecenti
forse per una tale ragione
sei impreparata a implorare
e le tue parole si fermano
e non sanno più cosa dire.

Ed è moribonda la luna
pallida come un candido cencio
che osserva la tua paura
mentre si mangia le unghie
poi le sputa sulla radura
ostacoli alla tua salvezza.

In questa notte assai magica
che pare convegno di demoni
tu invochi il tuo inutile Dio
impegnato ad amoreggiare
con fanciulle portatele in dono
da beghine prive di senno.

Ho spada di guerriero nordico
pronta a cercare il tuo collo
un taglio netto e deciso
a mozzare ogni tuo pensiero
e che rotoli via la tua testa
in cerca del proprio respiro.

Il sangue che cola copioso
annega formiche in fuga
germoglierà papaveri e rose
e briciole del tuo dolce viso
intanto il tuo sguardo si spenge
e tu non sai perché muori.

  N° 2054 - 15 aprile 2012

                                                  Il Custode

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