In questa
notte assai cupa
che sembra quasi tregenda
tu corri passi sbadati
che hanno smarrito la meta
inciampano e dunque cadono
sulla tua voglia di vivere.
Hai labbra di
rosso rubino
create per baci indecenti
forse per una tale ragione
sei impreparata a implorare
e le tue parole si fermano
e non sanno più cosa dire.
Ed è moribonda
la luna
pallida come un candido cencio
che osserva la tua paura
mentre si mangia le unghie
poi le sputa sulla radura
ostacoli alla tua salvezza.
In questa
notte assai magica
che pare convegno di demoni
tu invochi il tuo inutile Dio
impegnato ad amoreggiare
con fanciulle portatele in dono
da beghine prive di senno.
Ho spada di
guerriero nordico
pronta a cercare il tuo collo
un taglio netto e deciso
a mozzare ogni tuo pensiero
e che rotoli via la tua testa
in cerca del proprio respiro.
Il sangue che
cola copioso
annega formiche in fuga
germoglierà papaveri e rose
e briciole del tuo dolce viso
intanto il tuo sguardo si spenge
e tu non sai perché muori.
N° 2054 - 15 aprile 2012
Il Custode
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