Avrai indosso
l’amore
e sul tuo viso
un sorriso beffardo
e poche gocce di profumo
da tramutare in sospiro
e da sospiro in brezza
nomade soffio
a sfiorarmi i capelli.
Ma sarai
talmente distante
che la mia notte
sembrerà immensa
quanto l’intero universo
ed il raggio del sole
la fiamma di un cerino
che arde lentamente
e non si estingue mai.
Allora
diventerai il nulla
sotto i miei piedi
ovunque guardano gli occhi
mentre io ti attendo
nel frammento di terra
e l’esilio del mio cuore
da cui non muovo passo
per raggiungere le tue lacrime.
Preghiera
dell’ateo
la mia eco nel cosmo
a cercare la tua voce
lontana oltre le galassie
dove il tuo volto
non sarà che un miraggio
e l’ombra del tuo ricordo
il mio viaggio nell’oblio.
N° 1836 - 31 maggio 2011
Il Custode
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