Io so che tu
sei là
perduto da qualche parte
oltre questa stupida vita
queste rughe dell’anima
eppure io non ti vedo
la nebbia è talmente fitta
dentro i miei occhi spenti
che nemmeno il tuo respiro
è in grado di filtrare
e bucare il mio dolore.
Attendo la
bufera
al principio dello sguardo
ma non c’è vento alcuno
che abbia una forza tale
da spazzare via i frammenti
dei ricordi dimenticati
e dunque, la tua ombra
non resta che un riflesso
impresso nella mia mente
sepolto dentro al mio cuore.
Ma al diavolo
quei giorni
che restano e che aborro!
Poiché se io piango lacrime
lo faccio per dare forma
ad un oceano senza fondo
dentro il quale scivolare
e raggiungerti all’istante
soltanto per vederti
e poterti domandare perché
non mi hai permesso di morire.
N° 2323 - 23 novembre 2012
Il Custode
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