…Ei fu
siccome immobile…
così il generale
riposava inerme
tra le mura di Sant’Elena
e la sua figura fragile
resa pallida dalla morte
mal si addiceva
al valoroso condottiero
vittorioso in tante
battaglie.
Forse egli avrebbe dovuto
frenare la sua ambizione
e restare fedele
ai suoi antichi proclami
di libertà, uguaglianza e
fraternità
non sarebbe affondato nelle
nevi di Russia
o crollato sulle colline di
Waterloo
magari non avrebbe ripudiato
la sterile consorte
che non poteva donare eredi.
…Ei fu
siccome immobile…
adesso il generale
non incuteva timore alcuno
ma il popolo di Francia
privato della sua guida
si sentì di colpo orfano
unito nell’odio profondo
verso il nemico inglese
che aveva infranto i suoi
sogni.
Forse egli avrebbe potuto
fermarsi ai suoi giorni di
gloria
alla campagna d’Italia
o le vittorie sulla Prussia
ma il suo regno
sembrava non gli bastasse
e vittima della sua
ingordigia
si è spento sopra un misero
scoglio
come fosse stato
estremamente importante
proclamarsi unico
imperatore.
…Ei fu
siccome immobile…
N° 977 - 15 novembre 2007
Il Custode
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