Nell’oceano di
ogni lacrima
la brezza di ogni sospiro
io ho cercato di sentirti
mi sono illuso di vederti
mentre in balìa della tempesta
sotto la furia dell’uragano
la montagna crollava in ginocchio
e rivestiva di fango ogni cosa.
Ma tu eri
talmente distante
che ogni preghiera supplicata
ed ogni invocazione sprecata
sono rimaste impantanate
tra la melma che si nutriva di me
e simili a frammenti di poesia
o fiabe narrate per sognare
erano dediche scritte per il nulla.
Adesso vedo
avanzare le tenebre
ascolto la voce di oscuro ghiaccio
della morte che giunge a chiamarmi
e mi deride e ti denigra
‘ché io mi sono affidato a te
con una cecità talmente vasta
d’avere smarrito la dignità
ed essermi scordato di vivere.
Allora vivo
questi flebili attimi
nell’attesa incerta e timorosa
di sentire il mio respiro migrare
senza che tu lo possa fermare
ma presto affronterò l’oblio
scevro dall’amore che ti ho dato
e ovunque mi condurrà il viaggio
io so che tu non ci sarai.
N° 1654 - 28 ottobre 2009
Il Custode
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