Lo ha svelato
un pipistrello
dalle ali d’argento
il segreto dei tuoi occhi
nascosti dietro la notte
ed il suo pelo profumava
di stelle e del tuo profumo
le sue pupille riflettevano
la luce del tuo sorriso.
E ti ho vista
così bella
che il sangue si è coagulato
e le mie vene agonizzavano
l’ossigeno del tuo amore
ma l’amore era un percorso
che mi faceva tremare
un sentiero verso il nulla
da cui non c’è ritorno.
Quando la luna
si è stancata
di piangere al mio viso
è tornata a riposare
tra i pianeti e le tenebre
ed ha lasciato spazio al sole
che porta sempre poesia
riflessi di infida dolcezza
per confondermi il cuore.
Ed è arrivata
una farfalla
dalle ali di arcobaleno
a raccontare ai miei pensieri
tutta la tua bellezza
ma la tua bellezza così vasta
da accecare il mio sguardo
non mi ha permesso di vedere
il modo in cui mi cercavi.
Quando il sole
si è adirato
mi ha bruciato la pelle
ferita che chiedeva ancora
la cura delle tue mani
carezze lievi come seta
a cicatrizzare le ustioni
baci dolcissimi di droga
per implorarti ogni istante.
Ma inebetito
di passione
come un bimbo indeciso
tra la magia dei tuoi occhi
lo zucchero della tua voce
ho perso la eco dei tuoi passi
tra le nuvole e il mare
sulle montagne troppo alte
anche se sapessi volare.
Allora
un’aquila gentile
ha lasciato il suo nido
e con il becco delicato
mi ha posato sul dorso
ed ha seguito il tuo respiro
dentro il respiro del vento
per trovare il tuo rifugio
tra l’uragano e la rabbia.
E sulla nuvola
più grande
da riempire il cielo
tu tessevi la tua tela
come Penelope all’arcolaio
tu recitavi una canzone
che hai rubato a Calliope
la melodia mi ipnotizzava
come Ulisse tra le sirene.
Ma proprio
mentre io tendevo
le mie mani al tuo volto
l’uragano si è svegliato
più potente e malvagio
ed ha gridato la sua forza
muro davanti al tuo corpo
ed ha soffiato via l’aquila
e la mia gioia di averti.
Allora io mi
sono infranto
al suolo di onde leggere
mentre l’oceano mi recava
nel ventre della balena
ma le mie lacrime violente
rigurgito di grande tristezza
mi hanno sputato sulla sabbia
di un’isola di desolazione.
Adesso siedo
come un bramino
sulla battigia bagnata
ad attendere la notte
il segreto del pipistrello
ad aspettare il sole
ed i colori della farfalla
ad inseguire la tua ombra
tra le palme e i coralli.
E ti amo così
tanto
da impietosire le alghe
ma la magia dei tuoi occhi
adesso è un sortilegio
lo zucchero della tua voce
viaggia la nebbia e il silenzio
ma imparerò sotto il vulcano
a vivere senza di te.
N° 1430 - 26 gennaio 2009
Il Custode
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