Ti sei insinuata
come vento violento
tra i miei capelli
fastidiosa e bugiarda
nella mia vita distratta
e non ti ho sentita
e ti ho fraintesa
convinto che tu fossi
il mio ritorno alla luce
il principio della
primavera.
E ti ho amata
come un ingenuo bambino
stupido ed estasiato
davanti alla vetrina
di un negozio di giocattoli
e ti osservavo ogni istante
poiché proprio non riuscivo
a distogliere lo sguardo
dalla tua bellezza
tentatrice
come il serpente dell’Eden.
Ma sono morto di te
perché non potevo fare altro
per scordare i tuoi occhi
e dimenticare il tuo nome
che come il suono di un
sibilo
flagellava il mio udito
e mi bagnava le guance
con mille gocce gelate
che credevo fossero pioggia
mentre erano le mie lacrime.
N° 1225 - 5 settembre 2008
Il Custode
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