Ti attendo
ancora
legato alla lamiera
come un pericoloso criminale
il verde profumato d’acacia
che sale oltre le mie spalle
una fragranza che contrasta
con l’odore irritante
dell’asfalto che bolle.
Ed ho sete
sotto questo sole violento
che mi cerca con insistenza
e mi punge
mentre, ritto sulle zampe
osservo fiducioso
le scatole di metallo ed acciaio
che corrono veloci
e non mi vedono
oppure mi ignorano.
Ma sento
avanzare
il buio pesante e profondo
all’interno della mia anima
nel respiro che mi abbandona
come hai fatto tu
che credevo mi fossi amico
e adesso mi devo sdraiare
perché la stanchezza mi avvolge.
E ti attendo
ancora
in ogni sguardo che passa
rapido nei miei occhi
che si chiudono
e cercano il tuo volto
per supplicarti, alfine
un ultimo gesto d’amore
stupida e fragile illusione
fedeltà sincera e sconfinata
nei tuoi confronti
che malvagio e bastardo
mi hai lasciato morire
sopra un’autostrada.
N° 1617 - 6 settembre 2009
Il Custode
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