Sono un
granello di polvere
soltanto un leggero fastidio
che il vento solleva dal suolo
e conduce dentro la notte
nello sguardo della luna calante
che piange stelle indecenti.
Ho odore del
nulla perduto
niente più di un semplice alone
sopra il palmo della tua mano
che seppure la porti alle labbra
tu non sai decifrare il mio nome
io resto un dejà vu mai guardato.
Sono una eco
distante
che infrange il muro del suono
si accomoda tra i tuoi pensieri
il tempo di un lieve rimpianto
la pioggia o forse le lacrime
spazzeranno via la mia immagine.
Sicché chiudi
la tua finestra
come se io fossi l’inverno
ma il brivido sulla tua pelle
è il grido della mia solitudine
nel mentre leggo nei tuoi ricordi
e mi avvedo che io non ci sono.
N° 2447 - 20 marzo 2013
Il Custode
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