Sola
con il tempo che avanza
nella mia casa
sulla sponda del lago
nessuna ruga
né alcun segno di gioia
sopra il mio viso
dentro il mio cuore.
A cosa mi
serve
essere fata dolcissima
se io resto sola
a disquisire con un grillo?
Frattanto io mi illudo
d’avere per figliolo
il pestifero Pinocchio
insolente burattino di legno.
Sicché io lo
so
che si narra per la landa
della mia bellezza
quale frutto irraggiungibile
non v’è dunque nobile
né semplice villano
che posi lo sguardo
sulle mie grazie in disuso.
Restano dunque
vuoti
il mio letto e la mia anima
gelidi come la neve
addormentata sopra i monti
o forse simili alle lacrime
che piango e lascio cadere
a creare cerchi concentrici
dentro la tazza del tea.
Ci prova a
consolarmi
la lumaca, fidata domestica
persino lei s’avvede
di quanto la mia vita sia vana
che nemmeno la bacchetta
magica fra le mie mani
potrebbe mai tramutarla
in un’esperienza idilliaca.
Io sola
con il tempo che avanza
eppure lo osservo
e pare essersi arrestato
questo è ciò che vedo
riflesso dentro lo specchio
una donna avanti negli anni
comunque sempre piacente.
Si adira e
soffia
il vento sulla mia Toscana
a pettinare i prati
a stendersi sulle colline
dopodiché si posa
sui miei capelli turchini
che volano con garbo
nel cielo, fino alle nuvole.
Adesso la mia
veste
scende a baciare il pavimento
a scoprire il mio corpo
avido di carezze e passione
chiudo i miei occhi ed immagino
e divampa il mio desiderio
ma nessun incantesimo
potrà renderlo realtà.
N° 2471 - 6 aprile 2013
Il Custode
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