Mi siedo e ti
ascolto
fata dal volto stupendo
sopra il tronco di acero
che hai scavato per me
e mangio bacche e mirtilli
dentro le foglie di quercia
che tu hai intrecciato
con le tue mani di brezza.
E vibra per la
foresta
la tua voce sublime
sfiora le valli ed i ruscelli
inebria le volpi e le marmotte
tu sai descrivere fiabe
come non potrebbe nessuna
io mi siedo e ti ascolto
frattanto ritorno bambino.
Eppure scorgo
una lacrima
da quei tuoi occhi lacustri
ed il dolore che nascondi
lo leggo nei tuoi pensieri
quanto è struggente l’amore
che ti divora l’anima!
Ma io, ahimè, sono un demone
non potrò mai essere tuo!
N° 2478 - 12 aprile 2013
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento