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martedì 22 aprile 2014

PRONUNCIO IL TUO NOME

Un solo ultimo gesto
probabilmente d’amore
dove dimora la notte
ed i tuoi occhi sublimi
sembrano oscure falene.

Dove sale e profuma
il vento del tuo respiro
ghibli fra i miei capelli
bruciati dalla salsedine
dal bisogno delle tue mani.

Dove disegno murales
sopra il muro del pianto
ed ogni immagine è sacra
almeno quanto il tuo viso
al pari della tua bellezza.

E dopo ancora un bacio
sulle tue labbra insolenti
che dispettose mi tentano
e simili a corda di canapa
mi legano al tuo ricordo.

Sicché ritrovo il tramonto
sulle dune del tuo profilo
il cielo diventa mansueto
io sorrido e sono sorpreso
intanto pronuncio il tuo nome.

  N° 2543 - 17 maggio 2013

                                                    Il Custode

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