Sono qui
alla distanza di un bacio
come un funambolo ebbro
su quello che stai per dire
cieco o forse bendato
io ascolto e non sento nulla.
Tu mi manchi
l’ho letto da qualche parte
tanto che le mie pareti
sono pregne dei tuoi pensieri
io ne scelgo uno fra tanti
non mi garba e lo getto via.
Medito e sputo
aspetto il tonfo nel buio
quasi io fossi un santone
volto le spalle alle mie colpe
la mia saliva diventa marea
quanto occorrerà per morire?
Ma ti perdono
ogni ferita che ho inferto
alla tua anima docile
che mi ha seguito nell’ombra
nel frattempo io resto qui
ad un’intera vita da te.
N° 2570 - 11 luglio 2013
Il Custode
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