Tu mi inebri
e mi confondi
lasciandomi in balìa
della tua apparenza
artefatta
riflesso artificiale
di un paradiso quieto
nel quale io svanisco
e non sento il dolore
non vedo la mia vita.
Tu mi appaghi
e mi sconvolgi
ma mi mentisci
e come soffio di uragano
travolgi la mia mente
e spengi la mia fiamma
dono di pace e felicità
falso e vanesio
poiché ti giochi di me
con il tuo fluido
di irrinunciabile morte
destino scritto con premura
nel quale io sono nulla
ed io sono nessuno.
N° 1683 - 24 dicembre 2009
Il Custode
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