Sei tu, dolce fonte di stelle
che dal notturno cielo
mi vegliano di passione
ch’io non scordi il tuo viso
sicché il dolore che langue
dalle mie ferite aperte
non abbia a sopraffare
la mancanza dei tuoi baci.
Ed a combattere gli arabi
sarà condotta dell’Iddio
giudizio
tra queste tende date alle
fiamme
nel cristiano accampamento
ove giacciono i fetidi resti
dei cavalieri oramai
trapassati
cui i carnefici della
mezzaluna
non ebbero pietà alcuna.
Ma mi conforta la speranza
che sia di giubilo al cor
tuo
il cantar del menestrello
delle gesta che compimmo
con piglio impavido ed
eroico
sulla via di Gerusalemme
per sconfiggere i pagani
e ricuperar le spoglie del
Cristo.
E l’amor tuo ancor mi sorregge
la tua immagine mi soggiunge
e dunque non potrei perire
sotto i colpi della
scimitarra
poiché il fato mio m’attende
ove i tuoi occhi brillano
per me
a ritrovar il perduto
sorriso
nel calore delle tue
braccia.
N° 1115 - 9 giugno 2008
Il Custode
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