Cadono gocce
di pioggia
sordo tintinnio sopra i vetri
scivolano verso il davanzale
si tuffano con lieve garbo
e formano in mezzo all’asfalto
pozze di sangue trasparente.
Sembrano
tiepide lacrime
che il cielo, da tempo plumbeo
tiene in riserbo negli occhi
oppure dolore di nuvole
che lottano per solo amore
e sono umiliate e ferite.
Osservo perché
ho la vista
e per non pensare a null’altro
cerco di disintossicarmi
da te e dalla tua voce
impazzisco come un drogato
che impreca la tua dipendenza.
E fantastico
sogni e parole
poiché ho una mente instabile
confido segreti ai gabbiani
che so essere molto loquaci
li sveleranno alle stelle
che popolano nella tua notte.
Tu sai che ti
ho disegnata
con una benda sopra lo sguardo
così è come ti immagino
questo è ciò che tu vuoi essere
me ne hanno parlato le lucciole
fuggite via dalla tua ira.
Figlia di
terre ghiacciate
forse è di ghiaccio il tuo cuore
e magari il rifiuto del sole
è timore che possa scioglierlo
un’onda di dolore gelido
a sommergere la tua anima.
Ma si placherà
la tempesta
con i raggi dell’arcobaleno
e però sono troppi i colori
che siedono all’orizzonte
ed io desideravo soltanto
il profumo delle tue tenebre.
N° 2116 - 8 giugno 2012
Il Custode
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