Un’ennesima
notte
qui seduto con garbo
sulle ciglia della luna
tazza di tea fra le mani
mentre osservo impassibile
i detriti di stelle morenti
che attraversano il cielo
la polvere delle fate
che hanno venduto le ali.
Io che ci
sarai
sentirò il tuo sospiro
brezza di vento pigro
come carezza di ombra
che bussa alla mia soglia
un rintocco di dolore
rughe di rabbia sul viso
che baciarti è inevitabile.
Ma scivoli
lontano
i tuoi artigli di felina
diventano fragile cristallo
e si spezzano sul mio cuore
io cerco di imprigionarti
dentro una lacrima d’amore
ma la lacrima si frantuma
in frammenti che bruciano la pelle.
Adesso siedo
ancora
sulle ciglia della luna
cola il sangue dalle mie vene
ed è nettare prelibato
trappola nonché sortilegio
affinché tu volga le spalle
e venga a cercare i miei occhi
a ripudiare i miei sogni.
Io so che
tornerai
sentirò il tuo sorriso
luce di astro alla deriva
e fragranza di passione
che inonda la mia stanza
allora volto la clessidra
e ti attendo con pazienza
mentre il cuore diventa cenere.
N° 1877 - 2 novembre 2011
Il Custode
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