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mercoledì 23 aprile 2014

MONSIGNORE

Monsignore è molto gentile
con i bambini della parrocchia
ha per ognuno una carezza
alcune volte troppo insistente.

Però il suo sguardo viscido
non si scosta dal mio volto
egli ha due occhi terrificanti
che mi fanno sentire a disagio.

Nelle sue stanze segrete
svanisce la corte di chierichetti
io resto solo e mi intimorisco
tanto che non riesco a parlare.

La sua voce adesso è sussurro
pare zanzara che sfiora l’aria
il suo alito ad un passo da me
odora di cibo appena mangiato.

Monsignore è troppo gentile
troppo vicino alla mia pelle
e le sue mani si fanno insolenti
le sue braccia robusti tentacoli.

Io vorrei tentare la fuga
vorrei sparire da quella prigione
ma ovunque mi volti vedo pareti
egli ha persino nascosto l’uscita.

La sua saliva è pioggia bollente
le sue parole diventano offese
allora piango e chiedo perdono
a quel dio che gli consente tanto.

Infine si cheta la sua libidine
si ricompone il grasso maiale
pochi denari per liquidarmi
per comperare il mio silenzio.

Monsignore mi ha toccato
nella mia parte più indecente
io l’ho raccontato a mamma
ma la bigotta non mi ha creduto.

Sicché lo scrivo nel mio diario
tra le pagine umide di pianto
e mi congedo dalla mia vita
per poi morire appeso al soffitto.

  N° 2559 - 1 luglio 2013

                                              Il Custode

           

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