Sei laggiù, mirabolante passione
per condurmi ad una sana
pazzia
che mi incatenerà senza
nessun indugio
all’incosciente coraggio di
amarti
ed inseguire la tua immagine
sfuggente
attraverso oceani di fiamma
e di tremore.
E frantumerò ogni goccia di stella
per trovare il sentiero al
tuo rifugio
inventandomi mille e più
vite
regalandoti quella che tu
vuoi ascoltare
per conservarla nelle tue
pupille di ametista
ignorandoti se me la volessi
restituire.
E non m’importa tutto quello che ho smarrito
nel mio percorso a sfiorare
la tua ombra
oggi mi inchino ad adorare
le tue parole
a disegnarle sulle piaghe
del mio passato
dove stringevo il ricordo
del mio futuro
ed ogni angolo mostrava il
tuo sorriso.
Ma intrappolato in una sfera di cristallo
pregavo la maga di
concedermi un desiderio
e quando pronunciai il tuo
nome lei mi liberò
offrendomi il destriero più
veloce
per cavalcare le terre e le
nuvole
prima che la nebbia ti
avesse inghiottita.
Mi propose di scegliere tra luna e saetta
che illuminassero il punto
dove riposavi
ed io non ebbi più nessun
dubbio
una volta aperto il libro
del mio cuore
se avessi optato la saetta
ti avrebbe potuta ferire
scelsi la luna sotto la quale
poterti baciare.
Ed ora il mio destino è un petalo di orchidea
posato timidamente nel palmo
della tua mano
io rimango là senza
guardarti dentro gli occhi
per non essere responsabile
della tua decisione
e come un equilibrista
cammino il filo del tuo volere
tu mi puoi accarezzare
oppure lasciarmi cadere.
N° 1043 - 11 aprile 2008
Il Custode
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