Fu così che il
mio sguardo
ti trovò dopo secoli
attraversando il riflesso
di una luna maestosa
i miei occhi e i tuoi occhi
stelle in fondo al viale.
Perso dentro
le tenebre
mi guidò il tuo profumo
fino alle tue labbra
al bacio tanto agognato
tu avevi un viso bellissimo
fiaba di medioevo lontano.
Brillarono di
luce buona
quelle tue gemme oscure
e tu possedevi un sorriso
che nascondevi con cura
sotto lacrime di rubino
o forse gocce di sangue.
Ma dove il
buio era fitto
che si poteva toccare
io ti tesi il mio amore
e lo feci per non morire
supplicando al tuo cuore
di avere un posto per me.
Adesso riposo
al tuo grembo
un gatto che fa le fusa
le tue carezze mi insegnano
a non temere la notte
ma esserle grato per sempre
dacché mi recò il tuo sospiro.
N° 1903 - 27 dicembre 2011
Il Custode
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