Un mantello
sulla città
come catrame che scivola
ed avvolge le strade deserte
dipinge le code dei gatti
dopo bussa discreta sui vetri
cullata dalla tiepida brezza.
Notte che
perfino le onde
raccontano agli scogli impettiti
ed al suono della risacca
si riposano sopra la sabbia
poi ritornano all’orizzonte
dove il mare si fonde col cielo.
La luna è
padrona e Regina
e governa con molta saggezza
che la corte di giovani stelle
pare quasi la voglia adulare
e come fossero lucenti lacrime
si adagiano sotto il suo naso.
Si contendono
l’oscuro regno
le falene e le zanzare
che impegnate nella tenzone
si dimenticano ogni premura
non s’avvedono dei pipistrelli
giunti per un lauto banchetto.
Notte che
quando si spenge
posa un velo di lieve rimpianto
fa un inchino e torna a scusarsi
affermando di essere esausta
e si nasconde oltre le nuvole
finché non si cheta il tramonto.
N° 2629 - 2 settembre 2013
Il Custode
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