Tu entri in me
dentro le mie vene
nettare caldo
attraverso il buco
adesso mi possiedi
stringi a te la mia mente
ogni tuo frammento
è lampo che colpisce
io rinasco e mi desto
e dimentico di morire.
Ago che pare
pugnale
istinto di accoppiamento
attraverso il buco
tu ti inerpichi
sale senza premura
nettare definitivo
che si mescola al sangue
e con la prepotenza dei forti
si accinge a conquistarlo
si appresta ad infettarlo.
Ma adesso ti
cheti
svanisce la tua carezza
quasi tu fossi brezza
oramai stanca di soffiare
io ti rimpiango
attraverso il buco
nettare afrodisiaco
che mi raggiunge il cuore
ed io solo, in ginocchio
mi dimentico di vivere.
N° 1927 - 19 gennaio 2012
Il Custode
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