Mi culla il
lago
che invade la stanza
ed io, sopra il letto
intreccio i miei pensieri
ne rammendo le piaghe
e riprendo a sognare.
La tenebra
dell’universo
splende oltre la finestra
frammenti di luna morente
bussano contro i vetri
ed in lontananza una luce
pare sia una Supernova.
Io sto bene da
solo
ho le coperte e le lenzuola
il cuscino è di marmo
gelido quanto il mio cuore
io l’ho rubato alla lapide
del mio ultimo amore.
Ho seppellito
le lacrime
insieme all’ascia di guerra
sotto una coltre di cenere
di quando ancora fumavo
che non ricordo nemmeno
se fosse erba o tabacco.
Una gazza ed
un grillo
si contendono le mie parole
eppure io sono silente
ciò che parla è la mia eco
che riesco ad imitare
sebbene oramai io sia muto.
Il mio sguardo
è distratto
dalle stelle cadenti
le ho gettate nel baratro
come pietre nelle acque
e come pietre nelle acque
sono rimaste sul fondo.
E sfoglio la
margherita
cresciuta tra le mie pareti
ma è soltanto una finzione
poiché oramai ho deciso
qualcuna mi chiese una scelta
allora io scelsi l’oblio.
N° 2343 - 11 dicembre 2012
Il Custode
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