Amore triste,
amore mio
che tremi per la mia vita
tra barricate erette in fretta
per queste vie di Milano
il tuo sorriso mi sfiora gli occhi
tra polline e polvere da sparo
fino alle pietre carbonizzate
da archibugi e granate.
Devo
combattere gli austriaci
giunti dal vallo innevato
devo difendere la mia terra
da chi parla parole straniere
ma ho bisogno del tuo viso
da tenere dentro lo sguardo
per coltivare la speranza
di avere ancora un futuro.
Vedo persone
intorno a me
cadere giù come foglie
fiori di sangue dentro il petto
sangue tra i denti e le labbra
rondini chiuse dentro i nidi
che non sanno più le stagioni
tepore leggero in questo marzo
gelo che sembra l’inverno.
Amore dolce,
amore caro
che attendi il mio ritorno
il generale rigido e anziano
adesso depone le armi
così ho il tempo di pensare
alla tua immensa bellezza
e dimenticare qualche istante
la morte che mi sorride.
Ma mentre
celebro il tuo nome
io sento il tuono gridare
io vedo il lampo che mi insegue
e poi afferra il mio cuore
ed il dolore che mi accoglie
è lieve e dura un istante
l’ultima immagine che conservo
è quella della tua libertà.
N° 1633 - 29 settembre 2009
Il Custode
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