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martedì 22 aprile 2014

CRIMINI E GULAG

Freddo intenso
che scende impietoso
a pugnalarmi l’anima
e le mie parole
gelano già nella gola
dolore che scivola
oltre le mie labbra
e si frantuma sulla neve
in frammenti di disperazione.

Lontano dalla Siberia
nella Piazza Rossa festante
si agitano le bandiere
intrise del mio sangue
poiché i carnefici
della dittatura proletaria
i mostri del bolscevismo
hanno carpito il mio futuro
e distrutto la mia vita.

Eppure, io
non ho rubato mai
non ho mai ucciso
per quale crimine, dunque
adesso concludo i miei giorni
nel ghiaccio di questo gulag
tra corpi che cadono
come marionette inermi
dai fili tagliati?

E sto morendo
di inedia e tristezza
al cospetto di un mondo
distratto
che proprio non sa
o semplicemente non vuole
curare le ferite sovietiche
e fermare la mortale macchina
del genocidio comunista.

  N° 1600 - 22 agosto 2009

                                                    Il Custode

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