Rammentai di
amarti
sotto una notte stellata
tragicamente silente
che sembrava fosse mite
ma quando il vento si alzò
svanì ogni ricordo
le tue lacrime crollarono
come un castello di sabbia.
Ne seguì un
uragano
e fu talmente violento
che io mi risvegliai
sopra una scheggia di luna
e tra stelle e crateri
tornai a cercare il tuo amore
seppure non rammentando
cosa fosse diventato.
Ma non ha
importanza
la mia ampolla di lacrime
oramai si è incrinata
ed è prossima ad infrangersi
tramutarsi in oceano
d’acque fredde e impetuose
dove adesso annaspa ed affonda
la migrazione del tuo cuore.
N° 1893 - 29 novembre 2011
Il Custode
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