Sono caduto in
amore
e non riesco a rialzarmi
e striscio come una serpe
sibilo parole di supplica.
In questo
mondo artefatto
non m’è concesso d’averti
e mi travesto da demone
per incontrarti ogni notte.
Poi viaggio di
stella in stella
sfioro la nuca alla luna
divento un soffio di brezza
perché nessuno mi veda.
Io t’amo dal
primo istante
in cui m’è nato un sorriso
che pareva un astro cadente
diretto verso il tuo viso.
E nelle terre
mortali
ti posso stringere al cuore
strega di tenebra e poesia
bellissima più d’ogni musa.
Hai la pelle
di rosa ed ovatta
occhi come tristi marmotte
ma io tingo di nero le mie ali
per compiacere il tuo sguardo.
Tu sei mia
sotto il tuo cielo
attraversato da gufi e pipistrelli
allietati dall’ululato dei lupi
che si scambiano frasi incandescenti.
O notte che
ora volge al termine
clessidra che non si può fermare
tu concedimi un ultimo bacio
ed io accetterò ogni mia punizione.
Adesso io volo
all’incontro
di ciò che sarà il mio destino
tra le bianche colonne e le nuvole
nella luce oramai troppo accecante.
Il mio Signore
e padrone
reggente di questo insulso paradiso
ha già pronte le mie catene
i pugnali con cui tarparmi le ali.
Ed eccomi ostaggio
dell’oblio
con le mie ferite che bruciano
un dolore che è molto più tenue
rispetto all’agonia della tua assenza.
Io ti vedo in
ogni mio sogno
così spesso che tu mi sembri reale
e mi parli parole dolcissime
che io posso quasi toccare.
Eppure queste
tue labbra
che scendono sulle mie gote
io le sento in maniera profonda
poiché tu mi sei davvero dinnanzi.
Tu, vestita
come una Dea
hai sconfitto remore e santi
ed io morirò prigioniero di stenti
ma felice d’averti alfine vicina.
N° 2052 - 14 aprile 2012
Il Custode
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