Serviti pure, Artemisia
banchetta
con il mio cuore
questo
è ciò che intendevi
quando
millantavi amore
attirato
dalla tua bellezza
io mi
dibatto nella tua tela.
Profumo di rosa ed assenzio
sulla tua
morbida pelle
che
pare un riflesso di luna
ma come
la luna è gelida
e
mentre io la accarezzo
divento
una statua di ghiaccio.
Uccidimi in fretta, Artemisia
graffiami
con la tua voce
melodia
di moribonda banshee
che
sputa parole e veleno
io,
immobile sulla tua mano
aspetto
la caduta nel vuoto.
La seta e la notte profonda
riposano
tra i tuoi capelli
corde
robuste ai miei polsi
io mi
incammino verso il patibolo
il tuo
sorriso sardonico è l’ascia
che
impatta sopra il mio collo.
Lacerami l’anima, Artemisia
e
rivela la tua menzogna
dentro
la foresta più oscura
tu sei
un’ombra in agguato
ed io,
cieco per la passione
sprofondo
nella tua trappola.
L’eden frammisto all’inferno
dipinto
sul tuo splendido viso
ed io
sono sotto ipnosi
supino
sull’ara del sacrificio
in
attesa del tuo colpo di grazia
d’altronde
io sono già morto.
N° 2213 - 26 agosto 2012
Il Custode
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