Translate

domenica 6 aprile 2014

SOGNO DI CLARISSA

Vorrei il cielo fra le dita
e le stelle in fila indiana
in questa notte tanto calda
lucciole e grilli sulle mie ali
e leggera fragranza di menta
perduta sopra i miei capelli.

Sdraiata sull’erba umida
questo è ciò che pensò Clarissa
mentre le gocce di brina
percorrevano la sua pelle
e brividi gelidi quanto l’inverno
rendevano opache le sue labbra.

Le sue pupille di ametista
sembrava chiamassero la luna
e la baciavano, la adulavano
e la luna si intimidiva
abbassava lo sguardo ai monti
e sorrideva un sorriso amaro.

Poi soffiava un vento leggero
sopra papaveri e tulipani
giusto quel poco che bastava
per recarli fino alle sue mani
come fanno gli innamorati
con un inchino riverente.

Oltre i cespugli di bacche e more
spiavano silenti gli scoiattoli
mentre le civette con maestria
intrecciavano ghirlande di rose
bianche quanto quel viso di bimba
rosse come il suo sangue al suolo.

E con la gonna sollevata
poiché l’orco si era saziato
lei respirava l’ultimo respiro
e sospirava frasi alla sua vita
ma la sua vita aveva premura
di inseguire pensieri e dolore.

Vorrei potere tornare a casa
stringere al cuore i miei genitori
e non morire sopra questo prato
questo è ciò che pensò Clarissa
mentre contava ogni suo ricordo
infine, esausta, chiuse i suoi occhi.

  N° 2108 - 2 giugno 2012

                                                 Il Custode

Nessun commento:

Posta un commento