Tu tornerai
ancora nomade
nella tua notte profonda
ad elemosinare parole
simili a soavi carezze
però la tua mente degente
scheggiata da una lieve pazzia
ti condurrà sempre distante
dall’amore che sembri abiurare.
E tra le crepe
sui muri
perduta in fondo alla muffa
imprigionerai la tua vita
dentro la tua oscura stanza
che se solo avessi uno specchio
vedresti la tua solitudine
tra la polvere nella penombra
delle tue misere lacrime.
Sentimenti
sopra la carta
e sangue dalle tue braccia
non ti rimane null’altro
tu non avrai mai nessuno
intanto il tempo ti sfugge
neppure lui sa aspettarti
tu ti perdi dentro lo schermo
ancora non sai chi cercare.
Possiedi
un’anima di pece
come i vestiti che indossi
cosa ne farai del tuo bel viso
quando avrai rughe e ricordi?
Erano questi i tuoi giorni
per cominciare a sperare
e guardare oltre la finestra
brillare le stelle e poi il sole.
Tu tornerai
ancora a sognare
una morte che ti spaventa
Ophelia appartiene al passato
il lago è dimora di melma
rammenta la gazza ed il vento
il profumo di rosa e caffè
affinché tu impari ad amare
almeno la prossima vittima.
N° 2194 - 9 agosto 2012
Il Custode
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