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mercoledì 11 dicembre 2013

LA DONNA CON LA VALIGIA

Lei forse si fermerà
dove il mio cuore grida
un grido talmente violento
da tramortirle l’udito
e renderla dunque sorda
al richiamo dei suoi passi
che la portano distante
dal desiderio di chetarsi.

Eppure l’ho vista partire
tante e tante volte
sempre con quel suo sguardo
di falena mortificata
in bilico sopra il confine
il filo di sottile euforia
che divide il cielo dal mare
il volo dalla caduta.

Ma ad ogni suo viaggio
lei recava un poco di me
chiuso nella sua valigia
che però apriva di rado
per non disperdere i miei sorrisi
non seminare le mie lacrime
affinché non germogliassero
schegge di spine ed arcobaleni.

Ma ad ogni suo ritorno
lei smarriva un poco di sé
e non tornava mai davvero
intanto la eco dei suoi sospiri
restava appesa alle nuvole
e come fosse un’adolescente
dondolava tra i cirri di ovatta
saltava a spaventare i gabbiani.

Adesso lei siede insieme a me
tra ciuffi di erba imbronciati
io osservo i suoi occhi veloci
sfuggenti quanto la brezza
lei mi carezza la guancia
io so che è l’ennesimo saluto
però ha un viso dolcissimo
e fra le sue labbra, il mio bacio.

  N° 2049 - 11 aprile 2012

                                                 Il Custode

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