<<Ho voglia di te
della tua antica luce…>>
Intanto e nella penombra
lui delirava i suoi sogni
una belva chiusa in gabbia
diventava feroce e cattivo.
L’amore che fu
un maleficio
vibrava nella sua anima
come un temporale violento
rintronava e lampeggiava
immagini frammiste a parole
bellissime ma oramai distanti.
<<Ho voglia di te
delle tue trascorse labbra…>>
Intanto e dentro il vicolo
lui implorava i suoi baci
e le mani come brezza leggera
la liberavano da tutto il sangue.
L’odio che fu
un sortilegio
gridava nella sua mente
come marea in balìa della luna
crebbe e si alzò a dismisura
piacere mescolato a dolore
travolgente ed ancora troppo vicino.
<<Ho voglia di te
di riportarti al passato…>>
Intanto e sul bagnasciuga
lui si sparava alla tempia
e moriva accanto ai granchi
che negarono il loro perdono.
N° 2520 - 25 maggio 2013
Il Custode
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