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sabato 28 dicembre 2013

ERATO

Sfoggia la tua grazia
o sublime Erato
col mirto e con le rose
corona ai tuoi capelli
tu crea una pozione
che la riporti a me.

Fa’ che abbia ancora
l’orgoglio ed il piacere
d’essere l’unica donna
fra le mie braccia gelide
che piangono il calore
profuso dalla sua pelle.

O tu, musa ammaliante
modella il desiderio
che abbia a riflettersi
nel cor suo lacerato
sicché lei mi perdoni
d’essere stato ingiusto.

Oscura diviene la notte
privata del suo sguardo
che piangono le stelle
sommesse nell’oblio
mentre la luna rifugge
dentro il grembo dei monti.

Fa’ che lei rammenti
il verbo della passione
che giammai fu menzogna
posata sulle mie labbra
ma null’altro che la speranza
d’averla dentro l’anima.

Sfoggia la tua grazia
o sublime Erato
e d’onda e di salsedine
raggiungi le sue gote
per posarvi alfine
il bacio mio d’amore.

  N° 2203 - 17 agosto 2012

                                                   Il Custode

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