Sfoggia la tua
grazia
o sublime Erato
col mirto e con le rose
corona ai tuoi capelli
tu crea una pozione
che la riporti a me.
Fa’ che abbia
ancora
l’orgoglio ed il piacere
d’essere l’unica donna
fra le mie braccia gelide
che piangono il calore
profuso dalla sua pelle.
O tu, musa
ammaliante
modella il desiderio
che abbia a riflettersi
nel cor suo lacerato
sicché lei mi perdoni
d’essere stato ingiusto.
Oscura diviene
la notte
privata del suo sguardo
che piangono le stelle
sommesse nell’oblio
mentre la luna rifugge
dentro il grembo dei monti.
Fa’ che lei
rammenti
il verbo della passione
che giammai fu menzogna
posata sulle mie labbra
ma null’altro che la speranza
d’averla dentro l’anima.
Sfoggia la tua
grazia
o sublime Erato
e d’onda e di salsedine
raggiungi le sue gote
per posarvi alfine
il bacio mio d’amore.
N° 2203 - 17 agosto 2012
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento