…Sicché io ti cercherò
dentro i pensieri appassiti
ai quali ho dato da bere
lacrime di arido sangue
eppure nasceva una gemma
ma non era che solitudine.
Percorro a
ritroso il cammino
facendo cura ai miei passi
e calpesto quelli già spesi
per non calpestare altri cuori
e sul sentiero brillano pozze
dei dolori che ho seminato.
Ma io tornerò
a cercarti
ai bordi della mia pazzia
la sola che seppe trovarti
nel tuo giaciglio di foglie
io quasi gli davo fuoco
e certo mi sarei pentito.
Ricordo un
ricordo sbiadito
forse per via delle tenebre
e mentre spengevo le stelle
la luna mi teneva il broncio
ma tu eri oscura e bellissima
a che mi serviva la luce?
Amore…era
questo il tuo nome
perlomeno così io ti chiamavo
e tu sorridevi un sorriso
che io non più visto altrove
l’ho appoggiato sopra gli scogli
e si è tramutato in salsedine.
Allora io ti
cercherò ancora
tra i mari che furono solcati
da orde di navi vichinghe
tu in plancia con la tua spada
hai un’espressione talmente fiera
la stessa di chi sa d’avere vinto.
Io so d’avere
perduto
e saltello sull’orlo del baratro
ho le dita macchiate di inchiostro
e gli occhi sporchi della sconfitta
ma forse quando ti avrò trovata
capirò perché mai ti ho smarrita.
N° 2440 - 14 marzo 2013
Il Custode
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